BOSCHI DI MEMORIE sull’Appennino. Itinerari narrativi in Val di Bisenzio tra reale e meraviglioso.
E’ uscito il nuovo volume conclusivo del progetto, dalla ricerca su leggende e memoria orale una lettura antropologica, ma anche turistica, del territorio. 8 itinerari narrativi sulle orme della mappa dell’immaginario.
DOVE ACQUISTARE IL LIBRO: si può richiedere on line scrivendo a info@fondazionecdse.it o info@appenninoslow.it OPPURE si può acquistare direttamente presso le librerie Cattolica e Gori di Prato o COOP Vaiano e Vernio.
Il libro è l’ultimo tassello del progetto di interesse regionale beneficiario di un contributo della Regione Toscana approvato con Decreto Dirigenziale n. 8068 del 21 maggio 2020.
Il progetto Boschi di memoria nasce dalla volontà di lavorare in rete sul grande scrigno di
memoria del Novecento offerto dall’ambiente boschivo e dai borghi montani del territorio
appenninico della Val di Bisenzio e dei territori limitrofi del Monteferrato e la Val di Setta.
La Val di Bisenzio, collocata ai confini del Granducato e già in epoca antica terra di passaggio di
uomini e idee, grazie anche alla presenza di scenari naturali aspri e di grande suggestione, ha
maturato nel tempo un immaginario ricco e unico. La particolarità geostorica ha portato alla
creazione di leggende e alla trasmissione di repertori favolistici universali ma contestualizzati in varianti legate alle foreste e alla macchia.
Nello stesso tempo i boschi della Val di Bisenzio sono stati nei secoli fortemente antropizzati e
utilizzati come strumento di vita, lavoro, sostentamento di intere comunità, che poi hanno visto
collassare questo legame ancestrale uomo/bosco con la distruzione a seguito della Linea Gotica e
con l’abbandono nel Dopoguerra per il tramonto dell’agricoltura montana.
Il bosco può quindi diventare un archivio unico di memoria del Novecento dove
“l’immaginario” e “il meraviglioso” (fonti orali su fiabe e leggende) si coniugano con il “quotidiano” e il
“reale” (fonti orali e documenti archivistici su storia del lavoro e costruzione della Linea Gotica).
L’idea nasce dall’urgenza di fermare e preservare questo prezioso patrimonio di memoria volatile prima che scompaiano anche le voci degli ultimi cantori e narratori di fiabe popolari, di testimoni di saperi legati ai mestieri e al vissuto dei boschi (carbonaie, cannicciaie, mulini), di sopravvissuti alla distruzione dei borghi montani e delle foreste attraversate dalla Linea Gotica.
Azioni e attività (modificate in ottemperanza alle nuove disposizioni anti-Covid19)
–Raccolta, attraverso interviste sul campo e ricerche bibliografiche, delle fiabe popolari e delle
leggende dei boschi della Val di Bisenzio
–Interviste agli ultimi testimoni dei saperi legati ai mestieri dei boschi (carbonai e mugnai)
–Interviste agli ultimi testimoni alla distruzione dei borghi montani e delle foreste attraversate dalla Linea Gotica
–Digitalizzazione delle videocassette e audiocassette delle fonti orali legate al bosco presenti
nell’archivio della Fondazione CDSE
– Creazione di video-racconti #boschidistorie destinati ai social, raccontando l’immaginario meraviglioso e favoloso dei boschi, ma anche quello legato alla vita contadina e ai mestieri montani
-realizzazione del volume antologico e complessivo di tutto il progetto “Boschi di memoria. Sentieri di parole tra fiabe, leggende, antichi mestieri e storie di vita del Novecento”, a cura della Fondazione CDSE
–installazioni artistiche e sonore legate alle fiabe in luoghi strategici e recentemente restaurati come l’antico Mulino della Badia di Montepiano o le cannicciaie della Riserva Naturale Acquerino-Cantagallo (di proprietà dell’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio)
–Spettacolo teatralmusicale su Rodari e il recupero della fiaba popolare
–trekking sulle antiche vie dei carbonai, delle migrazioni stagionali e della guerra con testimoni
ancora in vita o attraverso ascolto/letture di fonti raccolte.