Patrimoni sonori al femminile. Storie di donne, di suoni e di lavoro in un viaggio immersivo tra castagneti secolari e cattedrali industriali della Val di Bisenzio

 

 

 

 

 

 

 

Il progetto ha ottenuto nel 2024 il contributo della Regione Toscana nell’ambito dei progetti D3 – Contributi per progetti di interesse regionale per la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale.

Analisi contesto

Il progetto nasce dalla volontà di lavorare in rete sul patrimonio immateriale legato al mondo del lavoro femminile in questo territorio. L’obiettivo finale è restituire alla comunità e ai vari cittadini un patrimonio di voci e suoni che raccontino la storia del lavoro di un’area interna e paradigmatica come la Val di Bisenzio, attraversata nel Novecento da trasformazioni epocali. L’area, caratterizzata da una forte tradizione sindacale e associativa, ha nel lavoro, sia esso agricolo, industriale o femminile a domicilio, un importante paradigma, che aiuta a spiegarne l’evoluzione sociale e antropologica di comunità coesa e legata ai valori di progresso e democrazia.

Negli anni, grazie anche ai vari progetti regionali, sono state indagate e raccolte soprattutto le memorie maschili, più facili da intercettare e più inclini a una dimensione pubblica del racconto. Con questo progetto si intende lavorare in modo sistematico sulla storia del lavoro in un’ottica di storia di genere (lavori a domicilio, industria tessile, mestieri del bosco, lavori femminili agricoli), con un’attenzione particolare al mondo femminile, meno indagato nei decenni scorsi, e alla sua dimensione più intima e lucida rispetto alle narrazioni maschili, spesso cristallizzate, dei cosiddetti “testimoni di professione”. Si intende anche riscoprire quella dimensione sonora dei luoghi del lavoro che oggi, in molti casi, rimane muta e sommersa per l’abbandono o la riconversione verso altri contesti.

Obiettivi del progetto

-valorizzare la fonte orale femminile legata al mondo del lavoro come patrimonio della comunità e aumentare il numero di testimonianze raccolte;
-recuperare la memoria sonora dei luoghi del lavoro e la loro identità attraverso un lavoro partecipato di raccolta testimonianze e risonorizzazione dei luoghi;
-valorizzare le esperienze di lavoro femminili da sempre presenti nella storia del Novecento in Val di Bisenzio ma mai abbastanza indagate;
-far vivere alla comunità del territorio e ai turisti un’esperienza immersiva di scoperta e fruizione dei luoghi del lavoro sotto una nuova consapevolezza e suggestione, legata alla valorizzazione delle fonti orali femminili.

Fasi e attività del progetto:

  • una prima fase di indagine archivistica sui fondi di memoria orale conservati da oltre quarant’anni al CDSE e una campagna partecipata di raccolta testimonianze (con coinvolgimento scuole, associazioni, circoli, rsa), finalizzata all’emersione, alla conservazione e alla valorizzazione della memoria femminile del lavoro nel Novecento.
  • a partire dalle interviste selezionate, verrà realizzato un podcast diviso per temi, dal taglio narrativo, che permetterà una connessione più intima tra chi racconta e chi ascolta, creando un’esperienza di cultura accessibile a tutti coinvolgente e emozionante.
  • il podcast, che diventerà strumento didattico fondamentale per i percorsi educativi del CDSE nelle scuole, sarà distribuito sulle principali piattaforme internazionali di distribuzione di Podcast (Spotify e Spreaker).
  • la creazione di eventi sul territorio a partire dalle interviste raccolte, come visite guidate ai luoghi del lavoro, passeggiate sonore e presentazioni serali nell’ottica di far conoscere e valorizzare il patrimonio immateriale di oralità presente in Val di Bisenzio.
  • la creazione di installazioni sonore, performance e passeggiate musicali, volte ad animare alcuni luoghi specifici dell’industria o dei mestieri del bosco, unendo voci d’archivio (dagli audio degli anni ‘80 alle videointerviste di oggi) ai suoni del lavoro (macchine tessili, il crepitio del fuoco della cannicciaia o i canti contadini per la battitura…). Tali installazioni potranno diventare presidi immersivi sul territorio, valorizzazione del patrimonio immateriale, e strumenti di coinvolgimento comunitario e animazione territoriale.

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